Chi mi conosce lo sa, la puntualità non è certo la mia prima qualità! Questa mattina ero già in ritardo prima di uscire di casa e avrebbe potuto essere una giornata come tante altre.
Io: “Edo prendi le scarpe che andiamo!”
E (quasi 3 anni): “Quali?”
Io: “Quelle per andare a scuola!”
E: “Voglio le altre!”
Io: “D’accordo, allora prendi le altre!”
Mi abbasso per aiutarlo a calzarle.
E: “Non mi piacciono, voglio le altre”.
Io (un po’ scocciata per la fretta): “E va bene, prendi le altre, allora”.
E (con tono lamentoso): “No, non mi piacciono neanche queste …”
Io: “Quindi? Dobbiamo andare! Dobbiamo mettere le scarpe per uscire!” e provo a prendergli il piede per mettergli le scarpe…
E (piagnucolando): “Voglio le altre!!!”
Io: visibilmente irritata per il ritardo, prendo le altre scarpe e dico: “OK, ora però basta! Mettiamo queste e andiamo!”
E: si immobilizza, guarda a terra con la faccia triste e sussurra: “NON MI SENTO AMATO!”
L’ho abbracciato, gli ho chiesto SCUSA. Lui ha sussurrato che era triste. Mi ha detto che non voleva andare a scuola…
“NON MI SENTO AMATO!” che parole forti, potenti, autentiche! Era la prima volta che mio figlio pronunciava quella frase…
Abbiamo diversi albi illustrati per bambini sull’amore e sulle emozioni, tutte le sere prima di addormentarsi gli ricordo quanto gli voglia bene! Eppure, oggi, per la mia fretta e impazienza, non si è sentito amato e quelle parole mi sono arrivate come una stilettata nel fianco! La pertinenza con cui sono state usate mi ha spiazzato.
Quante volte per delle sciocchezze (tipo un paio di scarpe e la fratta) perdiamo di vista il bambino e le sue emozioni? Per poco possiamo fare grandi danni!
Io oggi mi sono fermata! Sono arrivata in ritardo al primo appuntamento e mi sono scusata: mio figlio aveva bisogno di 5 minuti in più con me!