“Una volta entrai nella scuola e vidi un bambino seduto in una poltroncina in mezzo alla stanza, tutto solo e senza far niente. E portava sul petto la pomposa decorazione della maestra. Questa mi raccontò che il bambino era in castigo. Ma poco prima aveva premiato un altro bambino, mettendogli sul petto la decorazione. Questi però, passando accanto al castigato l’aveva passata a lui, quasi che fosse una cosa inutile e ingombrante per chi vuole lavorare. Il castigato contemplava con indifferenza quel pendaglio, e si guardava intorno tranquillo, cioè senza affatto sentire il castigo. Questo primo fatto già dissolveva nel nulla i premi e i castighi: ma invece volemmo osservare più a lungo, e dopo una lunghissima esperienza trovammo ripetuto il fatto in modo così costante, che la maestra finiì per sentire una specie di vergogna tanto di premiare come di castigare quei bambini che rimanevano parimenti indifferenti al premio come al castigo. C’era un risveglio della coscienza, un senso della dignità che non esistevano prima.” (Il segreto dell’infanzia M. Montessori pag 167-168)
Fulvia Cetrullo, direttrice dell’Istituto “Vivere montessi…anamente” di Pescare, aggiunge: “Già più di cento anni fa la Montessori aveva compreso che i premi e le punizioni hanno pochissima importanza per i bambini. Per questo motivo nelle scuole montessoriane non si fa uso di premi o punizioni. Inoltre è molto importante che i ragazzi “lavorino” spinti da una MOTIVAZIONE INTERNA, da un interesse verso la conoscenza, da una sete di conoscenza che è insita in ogni essere umano sin dal momento della nascita, ma che si viene a dissolvere nel momento in cui entra a far parte dell’organizzazione scolastica dove si studia per ottenere un buon voto, una coccarda o una stella d’oro da mettere sul petto.
ESSERE CONSAPEVOLI DELL’INUTILITA’ (DANNOSITA’) DI PREMI E PUNZIONI SAREBBE GIA’ UN GRANDE PASSO PER LA SOCIETA’