Affidarsi ai propri genitori o ai suoceri per l’accudimento dei bambini è talvolta, soprattutto in questo periodo storico particolare, una scelta “obbligata” anche da motivazioni economiche.
Nei film, nei romanzi e nell’immaginario collettivo i nonni sono insindacabilmente una risorsa preziosa nella vita dei nipoti perché offrono al bambino quella continuità familiare che nessuna babysitter o scuola può garantire, regalando altresì al piccolo l’importante sensazione di avere un posto nel mondo, un passato sul quale poggiarsi per poter costruire il proprio futuro.
Nella realtà, però, sovente il rapporto con i nonni non è scevro da problemi per i genitori dei nipoti.
I tempi sono cambiati, le conoscenze psico-pedagogiche si sono ampliate grazie anche alle scoperte delle neuroscienze e, soprattutto per i genitori che hanno scelto di intraprendere il faticoso ma meraviglioso viaggio della genitorialità consapevole, riflessiva e rispettosa, lavorando anche su di sé, diventa impegnativo tollerare certe “vecchie” pratiche educative sui propri figli.
Minacce (“smettila altrimenti…”), ricatti (“mangia tutto così poi …”), punizioni, “piccole” (ma non innocue) percosse (sulle mani, sul sedere, …), urla agite, più o meno ingenuamente e inconsapevolmente, dai nonni sui nipoti possono creare grandi questioni perché la richiesta del genitore al proprio genitore di non dire più o non fare più qualcosa con il bambino viene spesso interpretata più come una critica che come un’occasione di miglioramento.
Perché? Perché è innegabile che per un nonno (o nonna) mettere in discussione il proprio stile educativo significa:
ammettere forse di aver sbagliato in passato con il proprio figlio, che ora sta comunicando il suo disagio in rapporto al proprio comportamento;
accettare, quindi, di aver ferito e in parte condizionato il benessere emotivo del proprio figlio ormai adulto;
nonché, rivalutare anche i propri genitori (i bisnonni), che essendo spesso ormai defunti si sente l’obbligo morale di difendere da ogni macchia.
Che fare quindi
Innanzitutto rilassarsi sul fatto che i bambini sanno destreggiarsi tra diversi stili educativi e l’agire dei nonni per quanto contrario talvolta ai nostri canoni, non mina tutto il lavoro che mamma e papà fanno quotidianamente in casa con il proprio piccolo!
Se la relazione con i nonni lo permette, provare a parlare con il cuore mettendo in parola come certi gesti ci hanno fatto stare male anche a noi quando eravamo piccoli e come il nipote potrebbe sentirsi oggi. Quando ciò accade, spesso anche il rapporto con i propri genitori anziani si riapre al dialogo e all’empatia!
Offrire ai nonni delle valide alternative comportamentali perché talvolta, il loro agire è dettato da una mancanza di conoscenza di un modo diverso in situazioni di difficoltà con il nipotino (perché diciamocelo, non sempre è facile accudire un bimbo curioso, energico e tanto preso dal suo mondo quasi da risultare impermeabile alle richieste degli adulti!)
Provare a correggere le mal-uscite dei nonni direttamente con i bambini, evitando la polemica. Esempio: “Sei cattivo!” = “Cucciolo, non sei cattivo! Nonna voleva solo dire che non l’hai ascoltata e si è sentita a disagio!”
Riconoscere i BISOGNI DI TUTTI è spesso l’unica chiave per uscire da situazioni faticose senza offese o scatti d’ira.