Ore 17.30, bimbo recuperato al nido/scuola materna/nonni/baby sitter (apparentemente) tranquillo e sorridente. Andiamo con lui a fare la spesa prima di rientrare a casa e da tenero angioletto sorridente al nostro primo no a una sua richiesta si scatena l’inferno!
“Mamma, mi compri le figurine/patatine/caramelle/ …?”
“No, cucciolo, te le ho già prese ieri/tra poco andiamo a casa a cenare/ti si cariano i denti/…”
“Ahhh!!!”, pianti, urla e, perché no, rotolamento sul pavimento con tanto di calci incontrollabili .
Da un lato si può “cedere” a comprargli ciò che chiede; dall’altro il diniego iniziale è veramente motivato e la sua collera così intensa e smisurata da non poter essere legata alla richiesta fatta.
Offrire ciò che chiede un bimbo “in crisi” significa spesso ignorare il suo SFOGO EMOZIONALE.
Il bimbo urla dicendo che vuole le figurine/patatine/caramelle MA, in realtà, il suo BISOGNO È ALTRO!
E se forse il nostro cucciolo ha i nervi a fior di pelle solo perché è stanco e si mostra intollerante a ogni frustrazione?
Tutti i genitori sanno che un bimbo fa grosse scenate quando è sfinito e non ha più la capacità di gestire la minima frustrazione! Sente dentro di sé un vago malessere (la stanchezza) e ne cerca le ragioni e così afferra il primo motivo che gli capita a tiro!
La stanchezza dei bambini è faticosa tanto per i cuccioli che per i loro genitori!
Impariamo a rispettare il loro fisiologico tempo di riposo (diurno e notturno) e molti problemi già svaniranno da sé.