“Mio figlio non mi rispetta! Mi risponde male e mi dice parolacce!”
“Mi sento una cattiva madre ma veramente perdo la pazienza, alzo la voce e ricorro alle mani quando mia figlia di 4 anni mi guarda con quel modo strafottente che proprio mi manda in tilt, mi fa sentire presa in giro.”
“E’ da 13 anni che faccio di tutto per mia figlia e sentirmi dire certe cose da lei mi fa perdere il senno così ci ritroviamo a litigare e gridarci addosso vicendevolmente.”
Che fatica! Il RISPETTO, quello sconosciuto, tanto preteso prima ancora che dato!
La sensazione di mancanza di rispetto, ossia di irriverenza dei figli verso i genitori, è oggi – come in passato – la prima causa di conflitto in famiglia.
Ma veramente il rispetto può e deve essere preteso da un genitore?
No, purtroppo, NO: il rispetto non può essere preteso per partito preso … chi lo pretende aprioristicamente manifesta una fragilità dell’io che chiede all’altro di colmare, riconoscendolo!
Una certa quota di disobbedienza e irriverenza nell’infanzia è FISIOLOGICA e AUSPICABILE perché aiuta il genitore a ricordarsi che il figlio è altro da sé e ha BISOGNO DI ESSERE RICONOSCIUTO COME SOGGETTO!
Prima che il figlio impari a essere rispettoso nei confronti dei genitori anche nei momenti di disaccordo è necessario che padre e madre abbiano imparato a rispettarlo nella relazione educativa, senza cercare di manipolarlo, accettandolo per quello che è e non per ciò che pretendono che sia.
Quando un figlio di 2, 5, 10 o 15 anni si comporta in maniera poco rispettosa con i genitori (dicendo loro frasi offensive o parolacce) è importante che il padre e la madre sappiano mantenere la loro posizione di GENITORI RIFLESSIVI e non prendano troppo sul personale la manifestazione di disagio del figlio per non rischiare di trovarsi anch’essi eccessivamente arrabbiati con lui scivolando così in un pericoloso braccio di ferro per il potere!
Come scrive Regina Pally, “La capacità del genitore di essere riflessivo è maggiore di quella del figlio per molto tempo! Quindi, è più del genitore che del figlio la responsabilità di mantenere solida la relazione”. E’ responsabilità del genitore mantenere un atteggiamento rispettoso verso il figlio anche nei suoi momenti di rabbia, ossia quando egli non è rispettoso, non pretendendo rispetto ma, innanzitutto, dandolo! “Potrebbe non sembrarvi giusto dover sempre lavorare più duramente rispetto a vostro figlio per mantenere solida la relazione, specialmente quando vostro figlio è un adolescente o persino un giovane adulto. Tuttavia, non è questione di giustizia, ma è il modo in cui agisce il cervello. La capacità riflessiva di vostro figlio matura soltanto più tardi intorno ai 20 anni.”
IL RISPETTO NON PUO’ ESSERE PRETESO.
IL RISPETTO LO SI COSTRUISCE NELLA RELAZIONE (DONANDOLO).