Ebbene sì, per quanto possa essere frustrante e faticoso per i genitori o per chi se ne prende cura, i bambini hanno il diritto di dire la loro, sempre e comunque!
UN BAMBINO È UNA PERSONA: ha i suoi pensieri e le sue emozioni !!!
Spesso i genitori però si sentono INADEGUATI dinnanzi all’intensità degli affetti di un bambino.
Perché?
Perché tutti sono sempre pronti a giudicare le pratiche educative altrui e sentirsi giudicati è spiacevole. Ahimè, è sempre valido l’invito cristiano a non osservare la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello se non vedi la trave che è nel tuo!
Perché ancora troppo spesso si cade nel tranello di credere che educare significhi esercitare un potere sul bambino a cui esso si deve sottomettere senza batter ciglio!
I BAMBINI PERÒ HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LE LORO EMOZIONI, anche quelle più negative conseguenti alle nostre parole/azioni!
Il bambino non ragiona secondo la logica degli adulti ma ha una SUA LOGICA egocentrica e magica.
I bambini non sono in grado di dominare le loro emozioni perché il loro cervello è ancora in fase di maturazione.
Isabelle Filliozat dice che il bambino è “prigioniero” dell’immediatezza delle sue risposte emotive, non sa utilizzare il pensiero per guardare le cose in maniera distaccata o valutare la situazione oggettiva MA cerca (comunque) di dare un senso a ciò che vive, e lo fa con i mezzi a sua disposizione. Interpreta ciò che accade a modo suo e ha BISOGNO del nostro AIUTO per trovare un senso e una via d’uscita alla sua attivazione emotiva!
Il bambino HA BISOGNO del nostro aiuto, non della nostra incapacità di tollerare la frustrazione dinnanzi alla sua collera!
IL BAMBINO VEDE IL MONDO A MODO SUO.
GUARDIAMOCI DAL GIUDICARE LE SUE REAZIONI.
ASCOLTIAMO E SINTONIZZIAMOCI CON LUI.
CERCHIAMO DI IDENTIFICARE CIÒ CHE VIVE, COME ASSOCIA LE COSE, CIÒ CHE SENTE E CIÒ CHE DICE!
Concentriamoci sul bambino, su noi stessi, sul nostro bambino interiore. Non facciamoci distrarre dalla paura di essere giudicati da chi ci sta intorno! Non facciamo prevalere il nostro bisogno di placare immediatamente il “capriccio” rispetto al bisogno di nostro figlio di sentirsi accolto anche nelle sue fatiche!