“L’allattamento è la prosecuzione della gravidanza, allorché il bambino si è trasferito dall’interno all’esterno, si è separato dalla placenta, ha afferrato il seno e beve non più rosso, ma bianco sangue” (Korczak, 1920)Con questa citazione il dr. Alessandro Volta, pediatra di Reggio Emilio, ha aperto il suo intervento al I Convegno di Psicologia Perinatale tenutosi a Milano lo scorso weekend.
In tale occasione, il dr. Volta ha così spiegato come il contatto con il seno riporta il neonato alla prevedibilità e alla coerenza che caratterizzavano la vita intrauterina. Il neonato quando succhia il seno con la bocca beve il latte ma con lo sguardo BEVE IL VISO DELLA MADRE mentre l’ascolta, l’annusa, la tocca ed è toccato! Toccando e assaporando la madre, il bambino comincia a farsi un’idea della realtà e a dare senso alla sua esistenza, a un giorno di vita come a tre anni d’età perché ATTRAVERSO L’ALLATTAMENTO LA MADRE E’ IN GRADO DI TRAMUTARSI DA NUTRIMENTO BIOLOGICO A NUTRIMENTO EMOTIVO. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’allattamento esclusivo al seno fino a 6 mesi e poi fino a 2 anni per proseguire finché MADRE E FIGLIO LO DESIDERANO. “I vantaggi dell’allattamento al seno (infatti) non vanno necessariamente motivati sulla base di possibili benefici medici o di proprietà mistiche della maternità ma PIUTTOSTO in base all’OPPORTUNITA’ DI DARE ALLA MADRE UN’ESPERIENZA IN CUI ESSA PUO’ PRENDERSI CURA CON COMPETENZA DI UN BAMBINO CAPACE DI CORRISPONDERLE” (A. Sameroff, 1988).