LA PAURA DI MOSTRI, FANTASMI, STREGHE CATTIVE E LUPI NERI

imp cit Mandela

Aiuto! Mamma, c’è un mostro nella mia stanza!”
“Mamma, mi accompagni in bagno? Di là, ci sono i fantasmi!”
“Papà, non spegnermi la luce perché arriva la strega cattiva!”

Due piccoli occhi sgranati, una vocina soffusa e un bimbo spaventato … tutti i bimbi, in età prescolare, iniziano ad esternare le prime paure “bizzarre” che, talvolta, mettono in difficoltà i genitori che non sanno che fare: sdrammatizzare, sminuire, spiegare razionalmente o coccolare? Che fare?

Premessa: le paure di mostri, streghe cattive, lupi e fantasmi sono assolutamente fisiologiche nella prima infanzia, a partire dai 2 anni e mezzo, tre anni fino a circa i 7/8 anni (età in cui il bambino, crescendo, inizia a comprendere da solo l’inesistenza di mostri e produzioni della fantasia).

Queste preoccupazioni, infatti, si può dire che siano connaturate alla crescita perché più cresce, più il bimbo acquisisce una maggiore consapevolezza del mondo intorno a sé ma anche del suo mondo interno. Un bimbo di 4 anni, per esempio, è ormai consapevole di essere un “bimbo” e, ancor più, di essere un “bimbo piccolo”, ovvero una piccola parte di un vasto mondo e di dipendere dai genitori (o da altri adulti) in molti aspetti dalla sua vita. Più cresce, più il bimbo prende consapevolezza dei suoi limiti. Un bimbo della scuola dell’infanzia, da un lato, vorrebbe “conquistare” il mondo intorno a sé con spavalderia, dall’altro, però, è consapevole della sensazione di dipendenza dall’adulto.

La fantasia e il pensiero magico, quindi, non possono che essere potenti mezzi a disposizione dei bimbi per risolvere piccoli grandi conflitti che affollano le loro menti e costruire un mondo a loro misura, proiettando all’esterno i proprio fantasmi e parti di sé di difficile integrazione. Per esempio, un classico dilemma a cui i bimbi in età prescolare cercano di darsi una risposta per iniziare a definire il proprio sé è: “sono buono o cattivo?”.

Diventare consapevoli di potenti sentimenti negativi ed aggressivi (che possono essere sani e legittimi, pure nei confronti di genitori, fratellini o amici, ma che rischiano di far sentire “sbagliato” il piccolo) può essere spaventoso per il bimbo, il quale ha bisogno dei genitori per accettarli.

Quindi che fare?

NON CRITICARE MAI I BAMBINI NE’ LE LORO EMOZIONI, che vanno sempre accolte e ascoltate con cura e reale attenzione!

Il bimbo deve potersi sentire libero di esprimere sempre i propri vissuti in modo da ridurre la tensione dentro di sé, sentendosi accettato e supportato (e mai “cattivo”, “sbagliato”, …).

Evitiamo frasi fatte tipo “non fare il fifone“, “non avere paura“, …. perché rischiano di essere benzina sul fuoco dei dilemmi dei piccoli in crescita, alimentando in loro l’idea di essere sbagliati.
Evitiamo eccessive rassicurazioni dinnanzi ai loro timori perché rischiano di trasmettere il messaggio opposto al piccolo, ovvero che ci sia realmente qualcosa di cui preoccuparsi.
Evitiamo di raccontare le paure dei nostri figli ad amici, parenti o insegnanti dinnanzi a loro perché ciò potrebbe ingigantire il problema, come se non fosse “normale” avere paure nell’infanzia.

MOSTRIAMOCI TRANQUILLI, ACCOGLIENTI, EMPATICI E SOPRATTUTTO GIOCHIAMO ANCHE NOI CON LA FANTASIA: perché se mostri/fantasmi/streghe sono produzioni della fantasia, è nell’immaginario che vanno sconfitti! E allora, ben vengano: spruzzini anti-mostri, scudi invisibili, poteri magici, lotte sfrenate che vedano i bimbi vittoriosi …

Perché tutte le paure sono legittime ma il bello è che si possono superare!

Nelson Mandela disse: “Ho imparato che il coraggio non è la mancanza della paura, ma la vittoria sulla paura. L’uomo coraggioso non è colui che non prova paura, ma colui che sconfigge questa paura“.

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