Ci sono bimbi che adorano giocare a tenere lo spazzolino in bocca, sgranocchiandolo e accennando a un vago gesto di spazzolamento dei denti e, poi, ci sono bimbi che appena li si invita a lavarsi i denti iniziano a protestare.
Ci sono bimbi che adorano mangiare il dentifricio e, poi, ci sono bimbi che schifano ogni dentifricio gli si possa acquistare, a prescindere da gusto, colore o personaggio rappresentato sul tubetto.
Ci sono bimbi che si lavano i denti in autonomia a 3 anni e poi ci sono bimbi che ancora vanno accompagnati all’acquisizione di questa competenza a 7/8 anni.
Di certo, l’igiene orale è un tema che mette in crisi molte famiglie e in relazione al quale si rischia spesso di iniziare estenuanti bracci di ferro per far fare al piccolo di casa una cosa che proprio non lo aggrada.
Da mamma di un bimbo treenne, nel tempo, posso dire di averle provate un po’ tutte anch’io per la pulizia dei dentini: abbiamo cercato di lavarli insieme, abbiamo provato a invertirci i ruoli (lui li lava a me e io li lavo a lui), abbiamo provato a usare la torretta montessoriana per lavarli al lavandino dei grandi ma anche a metterci comodi all’altezza del bidet, ho lavato i finti dentini di tutti i suoi peluches e pure di qualche aereoplanino o elicottero, abbiamo letto libri a tema e non nego di aver pure provato a mostrargli brevi video che spiegassero le carie e i batteri della bocca.
Di certo, posso dire che non esiste alcuna ricetta magica con garanzia di successo, anche perché – per quanto se ne dica – farsi lavare i denti da qualcuno è tutt’altro che piacevole! Se qualcuno avesse dubbi suggerisco, per gioco, di provare una sera a farsi lavare i denti dal partner: il senso di fastidio è garantito, soprattutto allorché cercherà di lavarci bene anche i denti più in fondo. Ecco, questo credo sia il punto di partenza: che qualcuno ci lavi i denti è sicuramente un’operazione poco piacevole!
Detto ciò, tenendo sempre bene a mente la premessa ma considerando al contempo l’importanza dell’igiene orale fin dalla primissima infanzia, non possiamo che sbizzarrirci con la creatività e cercare, per tentativi ed errori, di trovare ogni giorno la miglior strategia, senza fretta e rinunciando a qualsiasi uso della forza, magari cercando di cogliere il momento migliore per il bimbo. Proprio perché è un’operazione poco piacevole, quindi, forse aspettare di andare a lavare i denti a ridosso della messa a letta, ovvero quando il piccolo è già molto stanco, magari non è il momento più indicato perché la stanchezza amplifica l’insofferenza e riduce la possibilità di collaborazione del bimbo.
Inoltre, credo sia importante tenere sempre ben a mente gli insegnamenti di tanti psicologi e neuropsicologi dell’età evolutiva contemporanei, tra i quali cito Isabelle Fillozat o Daniel Siegel o anche Alice Miller, che in maniera molto esaustiva spiegano come tutti i bambini abbiano in fondo solo bisogno di SENTIRSI AL SICURO e SENTIRSI CAPITI. Due capisaldi che possono guidarci nel nostro ruolo genitoriale.
Allorché il bimbo grida “NON VOGLIO LAVARE I DENTI!“, allora si può rispondere, con tranquillità: “Lo vedo, PROPRIO NON VUOI!” e lasciare anche la possibilità che il piccolo argomenti il suo diniego, in modo da evitare che si arrivi all’escalation del mi rotolo a terra, urlo, mi sottraggo alla tua presa, …
Ciò che conta di più – e che per me è stata anche, talvolta, la cosa più difficile – è tenere a mente che il nostro obiettivo in quei momenti non è finalizzato unicamente a ottenere il risultato ma è trasmettere un messaggio (l’igiene orale è importante per la tua salute) e costruire una relazione. Al bambino non deve arrivare il messaggio “non me ne frega nulla della tua opposizione, i denti si lavano e stop” ma, al contrario, dobbiamo impegnarci a far capire a nostro figlio che la sua opposizione ci interesse perché ci interessiamo di lui e del suo bene.
Paradossalmente se nostro figlio non vuole lavare i dentini, pertanto, non dobbiamo agire su di lui ma su di noi: siamo noi che dobbiamo spostare il focus … diversamente, una volta ottenuto il lavaggio dei dentini, il campo di battaglia rischia di spostarsi su altro, come il mettere il pigiama o coricarsi nel letto.