Questa mattina leggendo queste parole di Rosenberg mi sono commossa. Una stretta al cuore mi ha fatto rivivere la mia stessa fatica che da anni vivo in casa, talvolta anche con mio marito. Ve le riporto perché sono certa che molti dei genitori che seguono la mia pagina, esattamente come me possono sentire profondamente il senso del seguente racconto:
“Mi ricordo quando, durante una cena del giorno del Ringraziamento, stavo facendo del mio meglio per comunicare con mio figlio minore in modo empatico e non era facile perché lui stava mettendo alla prova le mie capacità di sopportazione. Mi prendevo il mio tempo, facevo respiri profondi, cercando di capire quali fossero i suoi bisogni e quali fossero i miei, per esprimerli RISPETTOSAMENTE. Un altro membro della famiglia, che stava ascoltando la mia conversazione con mio figlio, ad un certo punto intervenne e disse: <<Se fosse mio figlio si sarebbe già pentito per ciò che ha detto!>>”.
Io stessa mi sono trovata in una situazione simile troppe volte, affaticata dal cercare di gestire al meglio una situazione di conflitto con il mio bimbo di quasi 3 anni sotto lo sguardo di disapprovazione e biasimo di parenti e amici.
Troppe volte le persone confondono il parlare con rispetto ed empatia ai bambini con la permissività, il lassismo e l’incapacità genitoriale .
In troppi pensano che con la Disciplina Dolce non si dia ai bambini la direzione “giusta” .
Il punto è che ciò che voglio trasmettere con questa pagina, nel mio lavoro come nella mia vita privata, è che la “direzione” deve sorgere dall’incontro tra due persone che si fidano l’una dell’altra e non dall’imposizione da una parte che obbliga l’altra a sottomettersi alla sua autorità!
Educare con rispetto è faticoso, richiede impegno e lavoro su di sé ma insieme possiamo farcela!